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Nel 1967 il regista cecoslovacco Raduz Cincera porta per la prima volta nella storia del cinema l’interazione all’interno delle sale. Con il film Kinoautomat la trama si svolge a seconda delle scelte del pubblico che può decidere quale azione deve compiere il protagonista in determinati punti del film.
Questo genere di film non riscuoterà successo e vedrà pochissime sperimentazioni fino gli anni ’90, quando sarà abbandonata in concomitanza con l’arrivo di DVD, videogiochi e poi di Internet. Tra le altre cause va ricordato l’elevato costo dovuto all’utilizzo di telecomandi e computer per gestire le diverse scelte e le critiche ricevute riguardo alle trame scarne e brevi dei film.
Nonostante ciò è importante ricordare alcune di queste pellicole per la loro voglia di sperimentare un nuovo linguaggio che diventerà familiare con lo sviluppo dei videogame fino ad arrivare ai video musicali e commerciali che utilizzano l’interazione online (nei prossimi articoli studieremo i video interattivi).
Kinoautomat narra la storia di un impiegato che torna a casa per festeggiare il compleanno della moglie. Subito dopo la vicina di casa, vestita con un accappatoio, suona alla porta e chiede di entrare perché è rimasta chiusa fuori dal suo appartamento. Il protagonista è indeciso perché sta per tornare sua moglie e non vuole farsi trovare in casa con la vicina mezza nuda. Qui il film si interrompe e viene chiesto al pubblico di effettuare la prima scelta: invitiamo la vicina dentro casa o la lasciamo sul pianerottolo? Qualche anno fa ho assistito personalmente alla visione del film presso lo Spazio Oberdan di Milano dove veniva riproposta l’interazione con dei telecomandi presenti sui sedili della sala (era possibile votare premendo due bottoni). Non nascondo il divertimento della sala quando è apparso il risultato della scelta del pubblico: il 90% degli spettatori aveva votato per fare entrare la ragazza nell’appartamento del protagonista. La trama prosegue con la moglie che fa il suo ingresso in casa e scopre la presenza della donna. Ingelosita e arrabbiata decide di scappare. Il marito la segue con la macchina, ma viene fermato a un posto di blocco della polizia: qui il film si interrompe nuovamente per far decidere al pubblico se fermarsi o scappare e continuare l’inseguimento della moglie. È inutile dire che la maggior parte degli spettatori hanno votato per la fuga!
Numerose altre scelte sono state proposte nel corso della visione rendendo la vicenda del povero impiegato sempre più ingarbugliata e ironica. Alla fine del film la figlia del regista, che promuoveva lo spettacolo in giro per l’Europa, ha spiegato che oltre all’interattività è interessante studiare le diverse scelte fatte nei diverse stati dove il film veniva proiettato. Ad esempio nelle due scene sopra descritte, in paesi come la Norvegia e la Svezia la scelta era stata completamente diversa, la vicina era rimasta fuori dall’appartamento e l’impiegato si fermava davanti al posto di blocco.
(un estratto di Kinoautomat visto senza interazione)
I’m your man (1992) e Mr. Payback (1995) sono altri due esempi di cinema interattivo dove il pubblico può modificare la trama schiacciando un bottone. Il successo come detto prima non arrivò e questo genere di film (all’interno di una sala cinematografica) venne abbandonato.
Solamente altri due film, girati in questi anni, hanno cercato di riportare l’interazione nella sala ma anche questi con scarsi risultati.
Last Call (2010), film tedesco realizzato dalla casa di produzione 13th Street, ha proposto una nuova modalità di interazione introducendo l’uso del cellulare. All’ingresso del cinema lo spettatore lasciava il proprio numero di telefono che veniva inserito in un database. Durante la proizione del film, di genere horror, il pubblico riceveva delle telefonate ed entrava in contatto con il personaggio sullo schermo. Un secondo software per il riconoscimento vocale traduceva le frasi dello spettatore (corri, gira a destra, nasconditi, ecc…) e in base alla risposta data, la trama del film veniva modificata.
Nel 2012 un altro film, Panzer Chocolate diretto da Robert Figueras, utilizza gli smartphone in maniera differente. Scaricando l’apposita App il pubblico può interagire e visualizzare sul proprio display degli elementi aggiuntivi alla storia proiettata. Giochi, fumetti, finali diversi, ecc… sono alcune delle scelte che possono essere fatte dal proprio device.
Un ultimo esempio del 2013 rigurda il film App che utilizza lo stesso sistema visto nel fim precedente, ma questa volta l’applicazione fornisce informazioni aggiuntive sincronizzandosi con l’audio del film. Come si legge nel sito della casa produttrice questa nuova tecnologia potrà in futuro essere utilizzata per svelare al pubblico quello che accade nei telefonini dei personaggi: chat, messaggi, video e foto scattate durante il film saranno visibili nei dispositivi degli spettatori aumentando in questo modo le informazioni della storia narrata.
Questa modalità di fruizione forse rimarrà solamente una delle tante sperimentazioni che avvengono nel cinema. Non bisogna però dimenticare che molte persone oggi utilizzano contemporaneamente televisione e smartphone, nella cosiddetta modalità “doppio schermo”.
I futuri programmi televisivi impiegheranno sempre più spesso l’interattività con cellulari e rete, e vedere un film mentre abbiamo in mano un device sarà sempre meno una novità.
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