Creativita’ e innovazione al Maker Faire Rome 2014
Si è conclusa ieri Maker Faire Rome, la fiera europea che dal 3 al 5 ottobre, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, ha visto la partecipazione di centinaia di creativi, provenienti dal mondo accademico e non, e delle loro invenzioni. Per chi avesse perso l’evento e volesse capire di cosa si tratta, ecco un breve video riassunto e qualche impressione sull’edizione 2014.
La fiera è dedicata agli inventori/creativi/artigiani dell’era digitale provenienti da tutto il mondo che attraverso la tecnologia disegnano soluzioni alternative e innovative secondo la logica dell’open source: i maker appunto.
Al suo secondo anno, l’evento ha riscontrato un successo di pubblico incredibile. Per tre giorni gli spazi del Parco della Musica sono stati letteralmente invasi da appassionati e famiglie con bambini: proprio ai più piccoli è stato dedicato un ampio spazio attraverso workshop e giochi interattivi per avvicinarli al mondo dell’innovazione fai-da-te.
Se il mondo dei cosiddetti “smanettoni” è sempre esistito, a far uscire dalla nicchia questa categoria di inventori di nuove soluzioni creative ha contribuito di certo il successo dell’ormai famosa scheda programmabile Arduino (inventata da Massimo Banzi, tra i curatori dell’iniziativa) in grado di unire con semplicità il mondo digitale con quello elettronico. La spinta che questo piccolo oggetto made in Italy ha dato ai maker è impressionante. Ormai sono milioni le persone e i piccoli inventori che in tutto il mondo smontano, costruiscono e realizzano prototipi di oggetti elettronici e digitali fatti in casa, cercando di trovare da soli soluzioni più sostenibili e personali di quelle messe a disposizione dal mercato.
La fiera è nata proprio per divulgare queste creazioni e soprattutto per invogliare le persone a realizzare da sole le proprie idee. La forza dei maker sta nel concetto di “open source”, alla base del quale c’è la condivisione di soluzioni e risultati (le ricette, insomma) utili a ricreare o migliorare uno stesso prodotto/sistema/idea. Visitare la fiera ha rappresentato dunque un vero e proprio momento di apprendimento, dove si passa da stand di ragazzi delle scuole superiori che realizzano robot di vari tipo, agli ingegneri americani che presentano le loro schede per programmare.
In questa Terza Rivoluzione Industriale le stampanti 3d la fanno da protagoniste: molti stand hanno esposto macchine che, oltre a replicare oggetti di piccole dimensioni, riescono addirittura a costruire case di argilla o a modellare il cibo creando dolci di cioccolata.
Ma Maker Faire non è solo questo. Tra le cose più interessanti vi erano progetti di robotica come iCub, un piccolo robot dalle sembianze umane dotato di un’intelligenza artificiale che simula quella di un bambino di tre anni. Il progetto è italiano e ne esistono 27 versioni diverse sparse in tutto il mondo. Anche questo lavoro si avvale dell’idea della condivisione open source per permettere a più persone di studiare e far “crescere” questo bimbo robot che molte volte, come visto in fiera, si arrabbia se qualcuno tenta di togliergli di mano la sua pallina.
Visitare la fiera ha significato anche vivere tre giorni stancanti soprattutto per l’assommarsi di idee che piano piano si formano nella nostra testa e che non vediamo l’ora di mettere in pratica, facendoci aiutare naturalmente dai maker sparsi in tutto il mondo!
Marco Pucci