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La Realtà Aumentata ha una storia relativamente recente, i primi prototipi risalgono agli anni ’90 a seguito delle ricerche effettuate in campo militare su dispositivi in grado di visualizzare nei visori dei piloti americani informazioni virtuali relative a obiettivi o indicazioni di volo. Ma come quasi tutti le invenzioni tecnologiche, anche la AR ha una sua origine nella fantascienza e in alcuni film che hanno anticipato la sua nascita.
È nel lontano 1901 che appare per la prima volta in campo letterario qualcosa di molto simile alla futura AR. Lo scrittore Frank L. Baum in The Master Key racconta la storia di un ragazzino che entra in possesso di occhiali tecnologicamente avanzati in grado di scoprire se la gente che vede è buona, cattiva, intelligente, stupida, gentile o spietata. Queste caratteristiche sarebbero apparse ai suoi occhi con un “character marker” ovvero una lettere sulla fronte della persona vista attraverso le lenti, come ad esempio una “G” (good) per le persone buone o una “E” (evil) per quelle cattive.
Gli occhiali che inquadrano una persona e rilevano alcune sue caratteristiche sembrano la descrizione esatta dei prossimi Google Glass o HoloLens di Windows. Questi infatti saranno in grado di comunicare le identità degli individui inquadrati intercettandone i dati esistenti nel web (molte applicazioni stanno studiando questa nuova modalità di face tracking) collegandosi ad esempio al profilo Facebook (questo argomento verrà trattato più avanti nella sezione Google Glass).
Film come Start Trek, Terminator, Minority Report, Avatar, ecc…hanno ipotizzato scenari futuri che si stanno avverando come schermi olografici, proiezioni virtuali, sistemi touch e appunto realtà aumentata. Grazie a questi l’immaginazione delle persone è già pronta per ricevere e adottare le tecnologie reali del futuro, Di non minore importanza è il ruolo che ha avuto la fantascienza nel suggerire campi di sperimentazione e sviluppo agli stessi ricercatori.
Un altro esempio di film che prevede in qualche modo l’avvento di questi sistemi è Essi Vivono (They Live, 1988) di John Carpenter. Lasciando da parte la storia degli extraterrestri che invadono la terra, il protagonista scopre degli occhiali da sole in grado di visualizzare dei messaggi come “OBBEDISCI”, “COMPRA”, “GUARDA LA TV”, “SOTTOMETTITI”, altrimenti invisibili, sovrapposti ai cartelloni pubblicitari o alle pagine delle riviste. Occhiali che mostrano un’altra realtà e svelano un messaggio diverso da quello visibile a occhio nudo. Anche in questo caso l’utilizzo degli occhiali precede la nascita dei Google Glass di molti decenni. Tra qualche anno con i nuovi device potremo visualizzare sulle lenti le informazioni di un prodotto semplicemente inquadrandolo nel nostro campo visivo e, perché no, con qualche applicazione di contro informazione, visualizzare i dati “scomodi” della ditta che li produce, come informazioni sullo sfruttamento dei lavoratori, implicazioni politiche, inquinamento, ecc…
La vera storia della Realtà Aumentata inizia grazie a investimenti nel campo della ricerca militare ed è diretta discendente della realtà virtuale. Molte tecnologie dipendono, nei loro primi anni di sviluppo, dalla ricerca bellica: radio, computer, realtà virtuale, robotica, internet, cellulari, droni (solo per citarne alcuni).
La sperimentazione nel campo della realtà virtuale viene finanziata per produrre simulatori di volo e addestrare i piloti al combattimento; viene sperimentata a partire dagli anni ’60 anche in altri campi di ricerca sui media, con lo studio di vari sistemi di realtà virtuale immersiva. Molto popolare negli anni ’80, rimane però una tecnologia non disponibile alla massa sia per i costi di realizzazione sia per i limiti tecnologici del periodo. I personal computer devono ancora fare il loro ingresso nelle case e sono comunque ancora inadatti a gestire una simile quantità di dati. Quanto realizzato al tempo permetteva di indossare un casco e dei guanti per viaggiare all’interno di uno spazio virtuale limitato, graficamente povero, fatto di poligoni che cercavano di simulare il mondo reale. Attraverso il guanto si poteva interagire con i vari elementi ma non veniva ricostruita la sensazione del tatto, troppo complessa da simulare.
Possiamo affermare che la realtà virtuale è nata troppo presto rispetto alla tecnologia del tempo e la sua applicazione è stata limitata così a qualche esperimento nel campo dei videogiochi e dell’arte, come nel caso dell’artista Mario Canali, vincitore di molti premi a livello internazionale.
La Realtà Aumentata inizia la sua storia sulle basi di questi fallimenti.
Con la AR non si cerca di ricreare un intero universo virtuale, ma si va a sovrapporre solo alcuni elementi al mondo reale che rimane il contesto principale della visione; questa direzione fa risparmiare, in termini di pixel e render 3d, enormi quantità di dati da elaborare. Inoltre la AR nasce in un’epoca “amica” a livello tecnologico: i computer sono ormai ovunque e sempre più potenti, nascono nuove generazioni di cellulari e dispositivi adatti alle applicazioni di AR; inoltre gps, schermi ad alta definizione, connessioni alla rete sempre più veloci sono elementi che ne aumentano le potenzialità.
Nel prossimo articolo tutti i prototipi di Realtà Aumentata realizzati nella sua breve storia.
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